Maria Annaloro

Maria Annaloro

23/01/2024
“Così, senza sogni” Olio su tela

Il corpo nudo di una donna. È rivolta verso il mare e quasi ne prende le sfumature.
C’è tutto un significato nel raffigurare qualcuno di spalle. Celare il viso, che tradirebbe sentimenti e motivazioni, il guardare verso l’infinito, il mare di nebbia di un manifesto della pittura romantica iconico perché simboleggia Il viaggio dell’uomo nella vita. L’uomo si regge a un bastone, Le illusioni che gli permetteranno di affrontare l’ignoto. Questo è il quadro di Kaspar David Friedrich. Ma la donna raffigurata da Barbara, non ha più illusioni. E´ nuda, di fronte alla vita, e a quello che succederà, mai connessa al sublime a quell’insieme di sensazioni che si trovano di fronte allo spettacolo della natura. La mostra trova una naturale collocazione nell’Acquario e Civica stazione di Milano.
Barbara Pietrasanta vanta una lunga carriera anche se è giovane: è molto conosciuta e apprezzata nell’ambiente artistico, ed è difficile dare un nome al suo lavoro che anche se figurativo, si avvale di simboli e messaggi. Si serve di grande tecnica e di grandi contenuti, espressi con una eleganza e una raffinatezza che la distinguono dalla massa dei pseudo-artisti, che popolano l’ambiente dell’arte.
Nelle sue ultime tele, abbandonato il colore che in America, negli anni 80, aveva caratterizzato la sua opera, le sue tele sono dominate dal colore-non solo colore, Il bianco, il grigio, il beige, che sottolineano molto di più il pathos dei temi trattati.
Donne, donne sole, tra le lenzuola, con accanto una tazzina di caffè, che accentua la solitudine e la tristezza della giornata da sola, con le proprie problematiche, lì fra le lenzuola stropicciate, simbolo di una notte passata in una solitudine agitata da pensieri non positivi.
L’uomo non c’è in questo mondo popolato da donne che hanno perso un punto fermo, la stabilità, che l’altro può dare, e affrontano le tempeste della loro vita con la forza la tristezza che una donna sola sa affrontare. Qualche figura maschile è presente, ma sotto l’aspetto di gay o di transgender. Qualcuno potrebbe obiettare che Barbara vuole umiliare la figura maschile, ma la verità è che quel qualcuno non ha saputo leggere il suo messaggio.
Barbara protegge gli ultimi, quelli che la vita si diverte a umiliare. Ne è la prova il quadro su Pasolini, che mostra un ragazzo di vita, seduto a terra. E Pasolini? È lì, in quel paio di occhiali da sole neri , che lui usava come difesa contro gli sguardi troppo pesanti di chi lo giudicava senza conoscere la bellissima delicata anima di questo grande poeta dei nostri tempi. Un piccolo gioiello, un quaderno che Barbara comprò anni fa in Egitto. I fogli sono stati fatti a mano, bellissimi nella loro colorazione naturale. È stato per molto tempo chiuso in un cassetto; poi un giorno Barbara ha lasciato che la sua mano vi scrivesse pensieri, vi disegnasse sopra, creando quei “pensieri liquidi” che ne hanno fatto un carnet d’arte. Una delle installazioni curate da Barbara è la sua Via Crucis, un affresco nella chiesa Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo, che ha la sua riproduzione a grandezza originale alla parroque Jesus Divin Maestro ad Ahuacho, Perù. Il suo è un mondo senza confini e limiti nel quale si muove, si confronta con tutte le popolazioni. Come dovrebbe essere per tutti, e non rimanere chiusi nel proprio recinto, senza sapere si cosa si muove fuori da esso. In Italia, alla Farnesina è presente con una scultura, un suo dipinto è un museo della permanente di Milano, di cui è vicepresidente. Hanno scritto di lei giornalisti ed importanti uomini della critica d’arte. Il mio è solo un omaggio alla donna che ha fatto della sua vita un capolavoro d’arte, di coerenza, di ricerca, lanciando stimoli e grandi messaggi alle donne che pensano di non avere più un motivo per riemergere dal naufragio della propria vita, e che l’unico salvagente consista nella forza e nella volontà di reagire, e di darsi degli scopi nella vita.